Nelle avanguardie artistiche, negli eventi storici, nelle rivolte e nelle campagne ideali il Manifesto è stato sempre una sorta di biglietto da visita delle idee che si volevano promuovere.
E' l'indice di quelli che si spera diventino in seguito i capitoli di un cambiamento ed ogni epoca ha avuto il suo Manifesto.
A quanto pare anche la nostra. Ugo Mattei, arcinoto giurista e voce autorevole del panorama intellettuale italiano, ci consegna un documento di grande valore: "Beni Comuni - un manifesto" è il titolo del primo atto di un grande cambiamento. Ricordiamo tutti la stagione del Referendum del giugno 2011 sull' acqua pubblica, tra gli altri punti, tanto sottovalutato e altrettanto sorprendente con i suoi risultati. Nessun referendum promosso da partiti politici avrebbe potuto eguagliare un tale risultato, che acquista un valore aggiunto proprio perché promosso e tenuto in vita dai comitati.
Ebbene, quello è stato il primo atto di una battaglia che continua ancora oggi.
In tempi di crisi, si sa, si tende a risparmiare e talvolta a rivalutare le cose semplici. Questa buona scelta di sobrietà domestica può essere estesa all' Economia in senso più vasto. Dall' Industrialismo fino ad oggi la società ha avuto una sete inappagabile di sviluppo, una continua corsa al progresso che, per assuefazione o per eccesso, tende a implodere in un regresso.
Tutto questo può avere il sapore di una parafrasi di vecchi discorsi da figli dei fiori, ma le idee hanno un riscontro se portate sul tavolo delle concretezze. E allora veniamo ad oggi, la Costituente dei Beni Comuni.
Partiamo dal presupposto che, se qualche tempo fa i Beni Comuni erano racchiusi nell' accezione artistica, monumentale e culturale del termine, oggi comprendono anche il paesaggio, il territorio, i diritti e tutto quello che va a costituire un patrimonio autentico di ricchezze che andrebbero tutelate.
Dici la Costituente e ti balza alla mente il ricordo dei libri di storia e dell' Assemblea che ha scritto il Testo per eccellenza a cui facciamo riferimento ogni giorno.
Proprio su questa memoria Stefano Rodotà, nome ricorrente nelle voci dell' istanza di cambiamento degli ultimi tempi, lancia al Teatro valle occupato di Roma assieme a personalità di spicco come Ugo Mattei, appunto, Gaetano Azzariti e Paolo Maddalena, il progetto di redazione ex novo di una disciplina che regolamenti la tutela di tale patrimonio da parte dello Stato.
Una buona nuova accompagnata, poi, anche da diverse proposte di legge che stanno per essere portate in Parlamento e che mirano a restituire dignità alla nostra più grande ricchezza, i Beni Comuni, che rappresentano non solo un investimento inesauribile e a lungo termine, ma certificano la civiltà di un Paese che si chiede come rinascere dalla più pesante crisi economica, sociale e politica degli ultimi vent' anni.
La Fée Karabine
If you can't say it, write it!
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sabato 11 maggio 2013
domenica 5 maggio 2013
Back Home
A distanza di mesi ritorno a scrivere questo blog, dopo uno sforzo di non poco conto per recuperare i contenuti ed anche, dicamola tutta, le credenziali di accesso dimenticate con l' abbandono dell'idea dopo l' entusiasmo iniziale.
Ho deciso di rimettere in moto questo diario per dare sfogo a quelle che risulta sempre più difficile esprimere. E allora, se non sai come dirlo, scrivilo!
Sono stati mesi concitati, è successo di tutto: crisi economica decollata trascinando con sè un equipaggio di problemi sociali sempre più urgenti, avvenimenti inediti (o quasi) nella storia, un Pontefice dimesso e un Capo dello Stato riconfermato e mille altri punti all'ordine del giorno, ogni giorno.
Se avessi saputo che il sonno del mio blog si sarebbe perso tutto questo, lo avrei tenuto sveglio.
Ricominciamo, allora, da dove eravamo rimasti, con qualche tocco di novità.
Da CinemArt project il titolo è diventato "La Fée Karabine" rispolverando un gioco di parole che mi ha sempre divertito tra il mio cognome e uno dei più bei libri di Daniel Pennac. La fata carabina, questa creatura apparentemente mite, ma controversa, che spiazza il lettore e ancor più sorprendentemente i personaggi del racconto. Et voila, rivelata la prima goccia di freschezza del reload di questo blog: commenterò quello che mi passa sotto gli occhi, libri, film, eventi e sfiorerò altresì dei temi che mi destano qualche opinione, sperando di scatenarne altre, magari contrapposte, in chi mi legge.
Abbiamo bisogno di idee, di confronto, di ascolto e lettura e perdonerete l'orgoglio nel dire la mia, sottoponendomi alla gentile attenzione di chi vorrà seguirmi.
Buon viaggio,
sk
Ho deciso di rimettere in moto questo diario per dare sfogo a quelle che risulta sempre più difficile esprimere. E allora, se non sai come dirlo, scrivilo!
Sono stati mesi concitati, è successo di tutto: crisi economica decollata trascinando con sè un equipaggio di problemi sociali sempre più urgenti, avvenimenti inediti (o quasi) nella storia, un Pontefice dimesso e un Capo dello Stato riconfermato e mille altri punti all'ordine del giorno, ogni giorno.
Se avessi saputo che il sonno del mio blog si sarebbe perso tutto questo, lo avrei tenuto sveglio.
Ricominciamo, allora, da dove eravamo rimasti, con qualche tocco di novità.
Da CinemArt project il titolo è diventato "La Fée Karabine" rispolverando un gioco di parole che mi ha sempre divertito tra il mio cognome e uno dei più bei libri di Daniel Pennac. La fata carabina, questa creatura apparentemente mite, ma controversa, che spiazza il lettore e ancor più sorprendentemente i personaggi del racconto. Et voila, rivelata la prima goccia di freschezza del reload di questo blog: commenterò quello che mi passa sotto gli occhi, libri, film, eventi e sfiorerò altresì dei temi che mi destano qualche opinione, sperando di scatenarne altre, magari contrapposte, in chi mi legge.
Abbiamo bisogno di idee, di confronto, di ascolto e lettura e perdonerete l'orgoglio nel dire la mia, sottoponendomi alla gentile attenzione di chi vorrà seguirmi.
Buon viaggio,
sk
giovedì 16 agosto 2012
La motocicletta ruggente nel deserto
Alberto Granado e Ernesto Guevara sono l'altra faccia dell'America, il continente tanto grande quanto frammentato nelle sue profonde disparità. Lo sviluppo irrefrenabile al Nord e l'umanità afosa al Sud, è la storia del mondo da secoli e secoli.
E nei contrasti tra natura e industria, denaro e cuore sta la provocazione di quest'associazione d'immagini, mai come in questo post di facile percezione, avendo Hopper una meticolosità fotografica nelle sue opere, producendo suggestioni realistiche, molto vicine al fotogramma di un film.
Gas, è il titolo di questa tela datata 1940 ed è l'anima della storia de "I diari della motocicletta" film del 2004 ispirato al racconto del viaggio di Ernesto Guevara nel Sudamerica e di un'antologia di volti memori di vita e sofferenza e, a rari tratti, anche di gioie che accompagnano la narrazione di un'avventura che realizza, in parte o del tutto, un'utopia. Parola oggi estranea l'utopia, per chi resta nella sua oasi d'asfalto indifferente a quel che c'è intorno.
venerdì 4 maggio 2012
Happy B-Day Mr Haring
Come, con la consueta geniale creatività, ci ricorda Google, oggi ricorre il 54° anniversario della nascita di Keith Haring, uno dei più noti esponenti della street art newyorkese degli anni Ottanta, mondiale negli anni successivi.
Nato nel 1958, ispirato dai fumetti e dai più grandi disegnatori come Walt Disney, conclude il liceo con la ferma intenzione di approfondire la commercial-art, che studia presso la Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. Inizia ad affacciarsi alle conoscenze dei migliori artisti di quegli anni, fino a partecipare con Andy Warhol ad una mostra in favore delle vittime del terremoto dell'Irpinia, nel 1980. Commerciale e naif a tempo stesso, inizia ad esporre nelle maggiori capitali d'arte, fino a giungere a Bologna, dove dipinge una murata del negozio Fiorucci e dal 1986 commercializza gadget con le sue realizzazioni presso il suo Pop Shop. Muore nel 1990 di Aids, lasciando in eredità il suo linguaggio immediato e subito identificabile con il suo stile unico che lo rende promotore d'eccellenza di messaggi umani di grande portata. Basti pensare alle sue raffigurazioni sul muro di Berlino con dei bambini che si tengono per mano
Non è casuale, infatti, l'accostamento in questo post con il Girotondo di Matisse, raffigurazione di un'umanità desiderosa di condivisione e fratellanza, in uno scenario di colori freddi, ma non per questo privi di speranza.
Nato nel 1958, ispirato dai fumetti e dai più grandi disegnatori come Walt Disney, conclude il liceo con la ferma intenzione di approfondire la commercial-art, che studia presso la Ivy School of Professional Art di Pittsburgh. Inizia ad affacciarsi alle conoscenze dei migliori artisti di quegli anni, fino a partecipare con Andy Warhol ad una mostra in favore delle vittime del terremoto dell'Irpinia, nel 1980. Commerciale e naif a tempo stesso, inizia ad esporre nelle maggiori capitali d'arte, fino a giungere a Bologna, dove dipinge una murata del negozio Fiorucci e dal 1986 commercializza gadget con le sue realizzazioni presso il suo Pop Shop. Muore nel 1990 di Aids, lasciando in eredità il suo linguaggio immediato e subito identificabile con il suo stile unico che lo rende promotore d'eccellenza di messaggi umani di grande portata. Basti pensare alle sue raffigurazioni sul muro di Berlino con dei bambini che si tengono per mano
Non è casuale, infatti, l'accostamento in questo post con il Girotondo di Matisse, raffigurazione di un'umanità desiderosa di condivisione e fratellanza, in uno scenario di colori freddi, ma non per questo privi di speranza.
domenica 1 aprile 2012
Le fabuleux destin de Dalì
"Che cos'è il cielo, dove si trova? Il cielo non si trova né sopra né sotto, né a destra né a sinistra. Il cielo è esattamente nel centro del petto dell'uomo che ha fede." S. Dalì
Salvador Felice y Jacinto Dali nasce l' 11 maggio 1904 a Figueras nella provincia catalana di Gerona. Il padre Salvador Dalì y Cusi è notaio, uomo severo e colto, possiede una ricca biblioteca dove Salvador fa le sue prime scoperte letterarie e filosofiche.
Eclettico appassionato di letteratura e filosofia ha una particolare dote d'immaginazione, condivide il suo talento nel disegno con la costante presenza di figure fantasiose, immagini surreali e oniriche.
Il suo talento lo conduce sulla rotta di Madrid, presso la cui Accademia d'Arte conosce e stringe amicizia con Federico Garçia Lorca e il regista Luis Bunel. Con quest'ultimo si apre al mondo del cinema collaborando al film "Un chien Andalou" incontrando per la prima volta i surrealisti e soprattutto Gala, sua compagna, amante, amica e musa ispiratrice. Sviluppa nel tempo quei tratti della sua bizzarra personalità che lo contraddistingueranno nel confronto soprattutto con i suoi colleghi. La sua prima mostra a New York nel 1934 riscuote un enorme successo e di lì a pochi anni Dalì partecipa alla mostra internazionale dei surrealisti a Parigi.
Evento di non trascurabile importanza di questo periodo è l'incontro con Freud.
Segue la rottura definitiva con i surrealisti, la mostra Dalì-Mirò al Museum of Modern Art di New York, il trasferimento con Gala a New York e le numerose collaborazioni con eccellenti firme del cinema. Partecipa alla realizzazione di "Spelbound" di Hitchcock e, di ritorno in Europa, con Luchino Visconti e Peter Brook.
Siamo nel 1951, Salvador Dalì pubblica il "Manifesto Mistico" che sancisce l'avvio del suo periodo crepuscolare accompagnato da un incredibile fervore culturale di curiosità e studio sulla sua figura. Mostre, conferenze, retrospettive ed analisi delle sue opere gli conferiscono lustro e celebrità.
Il 23 gennaio del 1989 Salvador Dalì muore nella Torre galatea a causa di un colpo apoplettico. In rispetto delle sue volontà, viene sepolto nella cripta del Teatro-Museo Dalì a Figueras. Nel suo testamento lascia allo Stato spagnolo tutte le opere e le sue proprietà.
L'opera proposta stavolta (Bomb) lo vede confrontato con un prodotto cinematografico di particolare interesse, Il favoloso mondo di Amélie, che affronta, analogamente allo spirito di Dalì, i mondi originali e ovattati della fantasia accompagnando la storia dal racconto di un'infanzia fatta di giochi d'immaginazione ad un'età adulta altrettanto incantata e intrappolata in un mondo fantastico, che andrà poi a misurarsi con i temi della vita reale. Per Dalì lo sconcerto emotivo è giunto con l'avvio della bomba atomica, un colpo di spazzola per i traguardi dell'umanità fino ad allora raggiunti, un colpo al cuore alla sua sensibilità.
Salvador Dalì è in mostra, per gli appassionati e non, a Roma presso il Complesso del Vittoriano, dal 10 Marzo all'11 giugno.
Salvador Felice y Jacinto Dali nasce l' 11 maggio 1904 a Figueras nella provincia catalana di Gerona. Il padre Salvador Dalì y Cusi è notaio, uomo severo e colto, possiede una ricca biblioteca dove Salvador fa le sue prime scoperte letterarie e filosofiche.
Eclettico appassionato di letteratura e filosofia ha una particolare dote d'immaginazione, condivide il suo talento nel disegno con la costante presenza di figure fantasiose, immagini surreali e oniriche.
Il suo talento lo conduce sulla rotta di Madrid, presso la cui Accademia d'Arte conosce e stringe amicizia con Federico Garçia Lorca e il regista Luis Bunel. Con quest'ultimo si apre al mondo del cinema collaborando al film "Un chien Andalou" incontrando per la prima volta i surrealisti e soprattutto Gala, sua compagna, amante, amica e musa ispiratrice. Sviluppa nel tempo quei tratti della sua bizzarra personalità che lo contraddistingueranno nel confronto soprattutto con i suoi colleghi. La sua prima mostra a New York nel 1934 riscuote un enorme successo e di lì a pochi anni Dalì partecipa alla mostra internazionale dei surrealisti a Parigi.
Evento di non trascurabile importanza di questo periodo è l'incontro con Freud.
Segue la rottura definitiva con i surrealisti, la mostra Dalì-Mirò al Museum of Modern Art di New York, il trasferimento con Gala a New York e le numerose collaborazioni con eccellenti firme del cinema. Partecipa alla realizzazione di "Spelbound" di Hitchcock e, di ritorno in Europa, con Luchino Visconti e Peter Brook.
Siamo nel 1951, Salvador Dalì pubblica il "Manifesto Mistico" che sancisce l'avvio del suo periodo crepuscolare accompagnato da un incredibile fervore culturale di curiosità e studio sulla sua figura. Mostre, conferenze, retrospettive ed analisi delle sue opere gli conferiscono lustro e celebrità.
Il 23 gennaio del 1989 Salvador Dalì muore nella Torre galatea a causa di un colpo apoplettico. In rispetto delle sue volontà, viene sepolto nella cripta del Teatro-Museo Dalì a Figueras. Nel suo testamento lascia allo Stato spagnolo tutte le opere e le sue proprietà.
L'opera proposta stavolta (Bomb) lo vede confrontato con un prodotto cinematografico di particolare interesse, Il favoloso mondo di Amélie, che affronta, analogamente allo spirito di Dalì, i mondi originali e ovattati della fantasia accompagnando la storia dal racconto di un'infanzia fatta di giochi d'immaginazione ad un'età adulta altrettanto incantata e intrappolata in un mondo fantastico, che andrà poi a misurarsi con i temi della vita reale. Per Dalì lo sconcerto emotivo è giunto con l'avvio della bomba atomica, un colpo di spazzola per i traguardi dell'umanità fino ad allora raggiunti, un colpo al cuore alla sua sensibilità.
Salvador Dalì è in mostra, per gli appassionati e non, a Roma presso il Complesso del Vittoriano, dal 10 Marzo all'11 giugno.
giovedì 29 marzo 2012
Notte stellata a Manhattan
Avrete senz'altro visto le immagini della NASA sulla rilevazione delle correnti oceaniche osservando come il richiamo grafico sia immediato alle pennellate di Vincent Van Gogh.
Padre dell'Espressionismo ha attraversato le correnti dei movimenti artistici del suo tempo, emancipandosi dall'Impressionismo da cui era partito, ma che viveva nella sua accezione romantica. Va, a tal proposito, chiarito l'uso del termine 'romantico'. Siamo abituati, nel linguaggio comune, a chiamare 'romantico' tutto ciò che abbraccia l'amore e le sue imprese. Il Romanticismo di cui parliamo, però, scuote l'animo sia con sentimenti positivi che di angoscia, inquietudine e tormento. Non a caso al Romanticismo si associano anche colori scuri e opachi, letterature noir e misteriose.
Van Gogh nasce nel 1853 a Zundert da una numerosa famiglia olandese. Il suo primo approccio all'arte avviene con l'avvio al lavoro nelle riproduzioni di opere d'arte presso la Goupil&Co, piccola attività a L'Aja, fin da molto giovane, a causa dello scarso rendimento scolastico. Segue un periodo di viaggi, di cui tre fondamentali per la sua formazione: Londra, Bruxelles a causa del trasferimento della Goupil&Co ed infine Parigi, mecca artistica del secolo, da cui rimane profondamente affascinato.
Personalità tormentata e irrequieta, intimamente malinconica, ha avuto una vita movimentata anche fisicamente, si è trasferito più volte conoscendo anche i più apprezzati artisti dell'epoca, senza però diventarne amico. Riconobbe, però, il loro prestigio affermando che Delacroix, Corot e Millet siano i migliori ritrattisti e che rappresentano un asse attorno a cui tutti gli artisti dovrebbero ruotare. All'88 corrisponde la più grandiosa rappresentazione autobiografica di Van Gogh. Su una tela 70x90 cm sintetizza il suo animo ormai fortemente contrassegnato da squilibri. E' una stanza a tinte piatte, vuota e vertiginosa, l'arredamento sembra precario su un pavimento pendente, effetto reso con una voluta alterazione della vista prospettica.
Seguono opere di fama mondiale, anch'esse marchiate dal vortice umano che lo travolgeva.
L'immagine proposta è La Notte Stellata. Albert Aurier, redattore di 'Le Moderniste', la definisce con questi termini: << L'esecuzione è vigorosa, esaltata, brutale, intensa. Il suo disegno rabbioso, potente, spesso maldestro e un po' grossolano, esagera il carattere, lo semplifica, elimina abilmente i dettagli, attinge una sintesi magistrale, qualche volta il grande stile. [...] è il solo pittore che concepisce il cromatismo degli oggetti con questa intensità, con questa qualità da metallo prezioso >>
L'eresia di alterare un'opera di così immensa bellezza è mitigata dal soggetto alterante: un'immagine storica del film 'Manhattan' di Woody Allen.
Europeo Van Gogh, Statunitense Woody Allen. Due continenti, due animi contrapposti, due secoli e due tecniche artistiche, pittura contro cinema, pennellate contro fotogrammi, tormento contro ironia. Due geni che in modi diversi insegnano che si può avere un'identità e manifestarla, arricchendo il patrimonio mondiale della propria esperienza elevata ad Arte.
mercoledì 28 marzo 2012
Magritte-Poppins
Primo impacciato, emozionato, post di questo progetto.
L'intento, come pretende di suggerire il titolo del blog, è di combinare in immagini intuitive fotogrammi storici del cinema con dipinti celebri ed opere d'arte di vario genere. Un divertente gioco nato dalla consapevolezza che conoscere l'arte del passato ed apprezzare le sue nuove forme come il cinema, la fotografia, la street art e le nuove espressioni sia il modo più genuino e formativo per arricchirsi a costo zero.
Irriverente e dissacrante, René Magritte rappresenta uno dei maggiori orgogli della cultura belga, cui è intitolato un Museo nel fulcro delle maggiori attrattive turistiche della meravigliosa Bruxelles.
Nato nel 1898 a Lessines diviene il simbolo del surrealismo in Belgio. Affine a Dalì e Delvaux per la tecnica del trompe l'oeil affina un linguaggio molto personale e simbolico, ma non privo di sentimento.
Nasce artisticamente dal contatto con le avanguardie del Novecento, ma, come egli stesso afferma, la sua esplosione surrealista avviene con la conoscenza di Giorgio De Chirico, incantato dalla vista del "Canto d'Amore".
Vive di arte, si inserisce nell'ambito accademico come molti dei più rinomati artisti del tempo e lavora nel campo pubblicitario. Matura in sè la consapevolezza che incoscientemente, e il termine richiama non casualmente la dottrina freudiana, rappresenta un mondo interiore, non di razionale visione della realtà, ma di reinterpratata visione percettiva.
La pipa che allude alla forma di una scarpa non è un delirio, ma un'intuitiva associazione d'immagini.
Piovono uomini sulla città nell'immagine qui proposta e, tra gli uomini che elegantemente sembrano essere sul punto di poggiare con leggerezza i piedi sul pavimento, ma senza apprensione, voilà: Mary Poppins.
Inizia così, dunque, questo viaggio nel mondo delle libere ma non dissennate rivisitazioni, con la benedizione di Monsieur Magritte.
Bon voyage
sk
L'intento, come pretende di suggerire il titolo del blog, è di combinare in immagini intuitive fotogrammi storici del cinema con dipinti celebri ed opere d'arte di vario genere. Un divertente gioco nato dalla consapevolezza che conoscere l'arte del passato ed apprezzare le sue nuove forme come il cinema, la fotografia, la street art e le nuove espressioni sia il modo più genuino e formativo per arricchirsi a costo zero.
Nato nel 1898 a Lessines diviene il simbolo del surrealismo in Belgio. Affine a Dalì e Delvaux per la tecnica del trompe l'oeil affina un linguaggio molto personale e simbolico, ma non privo di sentimento.
Nasce artisticamente dal contatto con le avanguardie del Novecento, ma, come egli stesso afferma, la sua esplosione surrealista avviene con la conoscenza di Giorgio De Chirico, incantato dalla vista del "Canto d'Amore".
Vive di arte, si inserisce nell'ambito accademico come molti dei più rinomati artisti del tempo e lavora nel campo pubblicitario. Matura in sè la consapevolezza che incoscientemente, e il termine richiama non casualmente la dottrina freudiana, rappresenta un mondo interiore, non di razionale visione della realtà, ma di reinterpratata visione percettiva.
La pipa che allude alla forma di una scarpa non è un delirio, ma un'intuitiva associazione d'immagini.
Piovono uomini sulla città nell'immagine qui proposta e, tra gli uomini che elegantemente sembrano essere sul punto di poggiare con leggerezza i piedi sul pavimento, ma senza apprensione, voilà: Mary Poppins.
Inizia così, dunque, questo viaggio nel mondo delle libere ma non dissennate rivisitazioni, con la benedizione di Monsieur Magritte.
Bon voyage
sk
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