Cerca nel blog

domenica 1 aprile 2012

Le fabuleux destin de Dalì

"Che cos'è il cielo, dove si trova? Il cielo non si trova né sopra né sotto, né a destra né a sinistra. Il cielo è esattamente nel centro del petto dell'uomo che ha fede." S. Dalì

Salvador Felice y Jacinto Dali nasce l' 11 maggio 1904 a Figueras nella provincia catalana di Gerona. Il padre Salvador Dalì y Cusi è notaio, uomo severo e colto, possiede una ricca biblioteca dove Salvador fa le sue prime scoperte letterarie e filosofiche.
Eclettico appassionato di letteratura e filosofia ha una particolare dote d'immaginazione, condivide il suo talento nel disegno con la costante presenza di figure fantasiose, immagini surreali e oniriche. 
Il suo talento lo conduce sulla rotta di Madrid, presso la cui Accademia d'Arte conosce e stringe amicizia con Federico Garçia Lorca e il regista Luis Bunel. Con quest'ultimo si apre al mondo del cinema collaborando al film "Un chien Andalou" incontrando per la prima volta i surrealisti e soprattutto Gala, sua compagna, amante, amica e musa ispiratrice. Sviluppa nel tempo quei tratti della sua bizzarra personalità che lo contraddistingueranno nel confronto soprattutto con i suoi colleghi. La sua prima mostra a New York nel 1934 riscuote un enorme successo e di lì a pochi anni Dalì partecipa alla mostra internazionale dei surrealisti a Parigi. 
Evento di non trascurabile importanza di questo periodo è l'incontro con Freud.
Segue la rottura definitiva con i surrealisti, la mostra Dalì-Mirò al Museum of Modern Art di New York, il trasferimento con Gala a New York e le numerose collaborazioni con eccellenti firme del cinema. Partecipa alla realizzazione di "Spelbound" di Hitchcock e, di ritorno in Europa, con Luchino Visconti e Peter Brook.
Siamo nel 1951, Salvador Dalì pubblica il "Manifesto Mistico" che sancisce l'avvio del suo periodo crepuscolare accompagnato da un incredibile fervore culturale di curiosità e studio sulla sua figura. Mostre, conferenze, retrospettive ed analisi delle sue opere gli conferiscono lustro e celebrità.
Il 23 gennaio del 1989 Salvador Dalì muore nella Torre galatea a causa di un colpo apoplettico. In rispetto delle sue volontà, viene sepolto nella cripta del Teatro-Museo Dalì a Figueras. Nel suo testamento lascia allo Stato spagnolo tutte le opere e le sue proprietà.



L'opera proposta stavolta (Bomb) lo vede confrontato con un prodotto cinematografico di particolare interesse, Il favoloso mondo di Amélie, che affronta, analogamente allo spirito di Dalì, i mondi originali e ovattati della fantasia accompagnando la storia dal racconto di un'infanzia fatta di giochi d'immaginazione ad un'età adulta altrettanto incantata e intrappolata in un mondo fantastico, che andrà poi a misurarsi con i temi della vita reale. Per Dalì lo sconcerto emotivo è giunto con l'avvio della bomba atomica, un colpo di spazzola per i traguardi dell'umanità fino ad allora raggiunti, un colpo al cuore alla sua sensibilità.


Salvador Dalì è in mostra, per gli appassionati e non,  a Roma presso il Complesso del Vittoriano, dal 10 Marzo all'11 giugno.

Nessun commento:

Posta un commento